mercoledì 3 giugno 2009

Dreamin' about Truth.

Stanotte ho fatto un sogno.

E' una giornata primaverile, ma di quelle piovose. Io sono in maniche corte, e cammino per strada come mio solito quando pioviggina. Non fa freddo, ma l'aria è così umida che sembra esistere, sembra si possa toccare. E c'è quell'incredibile odore di terra bagnata che tutti almeno una volta nella vita hanno aspirato a pieni polmoni, ricordandosi di quando erano bambini, di quando tutto era così facile e meraviglioso.
D'un tratto mi ferma qualcuno, sento una mano piccola e decisa strattonarmi il braccio.

"Dove vai Josh?" Dice una voce femminile.

Mi volto e la guardo. I capelli neri e lunghi, gli occhi dello stesso colore. Sorride, non so perché ma ride, e sembra conoscermi. Io sono sicuro di non averla mai vista.

"Ehm...ciao, come ti chiami?" Le dico, mentre continua a sorridere. Sembra stia per saltellare da un momento all'altro, ha qualcosa di allegro questa ragazza, mi piace.

"Come? Non mi riconosci? Sono Truth!"

Cerco di fare mente locale per cercare di ricordarmi dove diavolo l'ho conosciuta. Annuisco e sorrido, fingo -male- di essermi ricordato di lei. Mi dice che non importa, e comincia a tirarmi il braccio, sempre sorridendo. Mi dice di seguirla. E io la seguo. Non posso non farlo.
Nel frattempo ha smesso di piovere, e tutto è ricoperto da un sottile velo d'acqua, che rende ogni cosa lucente e luccicante.

Mi trascina lungo un sentiero attraverso un parco fino ad arrivare ad un muro grigio e pesante, ricoperto di sterpaglie, con una piccola porticina di legno al centro. Sento l'odore del muschio e della muffa, la terra è morbida e bagnata, sembra una vagina. Mi guardo attorno e mi maledico perché riesco a pensare a qualcosa di sessuale anche in un posto del genere. Lei continua a sorridere, sembra abbia ascoltato i miei pensieri.

"Ti devo mostrare una cosa."

Dopo un istante mi ritrovo all'interno della porticina. Tutto attorno a me ci sono mura, colonne, mattoni...tutto grigio e diroccato. E tutto ricoperto di stupenda vegetazione.

"Dove siamo, Truth?" Scandisco il suo nome lentamente, quasi ad assaporarne la sincerità, la verità.

"Questo...beh, questo è il mio mondo." Non finisce neanche di parlare che lascia la presa dal mio braccio e comincia a correre.

Non posso fare a meno di notare i suoi jeans, non so per quale ragione mi saltino all'occhio, mentre cerco di starle dietro. Ma questo posto è veramente un labirinto, e ad ogni svolta lei è sempre più lontana. Sento la sua voce che mi chiama, ma la sento sempre di meno. I suoi capelli lunghi e neri ora lasciano gocce d'acqua qua e là, sembra quasi una ninfa, o qualcosa del genere.

Mentre mi districo tra una felce e una pianta rampicante, arrivo in un piccolo spiazzo con al centro una fontana. Il sole filtra tra le fronde degli alti alberi. Di Truth non c'è traccia. Sento improvvisamente il desiderio di sciacquarmi la faccia, quasi mi rendo conto che è tutto un sogno, che è tutto finto, quando mi accorgo che attorno a me ci sono fiori di tutti i colori e di tutte le forme. Il profumo è inebriante, e la mia bocca si spalanca come se avessi visto la cosa più bella del mondo.

"Questo è il mio mondo..." sento sussurrarmi ad un orecchio, e mi accorgo d'essere vestito tutto di nero.

Mi sento completamente fuori luogo in questo posto, io abituato a stare avvolto nel fumo con un bicchiere davanti in qualche sgangherato bar, a parlare con la puttana di turno, o con l'ubriacone deluso dalla vita. A volte sono io quell'ubriacone.

"Questo è il mio mondo..." mi sussurra all'altro orecchio.

"E'...è meraviglioso Truth, tutto questo è meraviglioso..." Sono stupefatto. E' tutto così perfetto.

"L'ho fatto per te Josh. L'ho fatto tutto per te." dice sorridendo.

Poi mi butta le braccia al collo e si aggrappa a me. Sembra che abbia paura che io possa scappare, o che possa non piacermi tutto questo. Ma come fa a pensare una cosa del genere? Come fa a non piacermi tutto questo?

Poi mi da un bacio che dura un istante, e a me sembra che duri tutta l'eternità. Sento il sapore delle fragole, e delle albicocche. E cerco di ricordare l'ultima volta che ho mangiato questi frutti. Riapro gli occhi, convinto che lei sarebbe scomparsa, è invece è ancora aggrappata al mio collo, che sorride, con la bocca e con gli occhi. Odora di mare e di liquore aromatico. Il cuore mi batte, e la cosa mi meraviglia, quasi mi ero dimenticato che rumore facesse.


Poi mi sveglio. Mi guardo attorno, e fa tutto schifo esattamente come prima. Però è stato un cazzo di sogno meraviglioso, non c'è dubbio.

Mi alzo, e non faccio altro che pensare a Truth.

Come sarebbe bello se esistesse. Sì, sarebbe proprio bello.