domenica 26 aprile 2009

Josh e le donne.

Sarò presuntuoso, più che presuntuoso.

Ho un discreto successo con le donne. Discreto è poco, diciamo che riesco a conquistarle sempre, in una maniera o nell'altra. Cosa ci troveranno mai le donne in Josh? Penso che il famoso burrone oscuro su cui ci si affaccia quando qualcuna si avvicina a me sia un primo punto. Ciò che più spaventa più incuriosisce, si sa. Sarà anche per il mio carattere fuori dalla norma, per il fatto che sono molto chiuso. E le donne, si sa, sono curiose.

Ma il motivo principale è un altro, io credo. Motivo per il quale capita che Fairy mi richiami di tanto in tanto per passare una notte a letto con me, senza alcun pudore. Motivo per il quale una volta che una donna è stata con me, tenterà in ogni modo di rifarlo, ancora e ancora.
Io ho questo pregio (oggi sono DECISAMENTE presuntuoso). Quando vado a letto con una donna la faccio sentire unica, speciale. In quel momento riesco a dare tutto quello che sono, riesco a mettere da parte ogni maschera, barriera, muro che faccio tanta fatica a costruirmi nel resto del tempo.
E loro diventano assatanate, avvolte di sudore, con le guance rosse, che quasi si vergognano. Il loro sguardo cambia, e anche la più innocente regredisce ad uno stato primordiale di fame sessuale. Bestie. Ma nel senso buono del termine. E me ne rendo conto sempre di più guardando il mio corpo nudo, costellato di cicatrici, morsi, graffi e quant'altro. E' come se volessero farmi completamente a pezzi, come se non volessero che io mi allontanassi mai da loroi, come se volessero lasciare la loro firma, il loro "unpezzodiJoshèmio". Unghie che diventano terribili artigli affilati, che fanno scorrere il sangue, che graffiano e strappano e dilaniano. Forse è per questo che ho un tale "successo", perché così, così bestiali, riescono a sentirsi solo con me. Perché le loro storie passate, presenti o future, non offrono altro che la solita solfa fatta di bacini e romanticherie. E dopo un po' tutto questo diventa routine, stanca. Invece loro sono assetate di sangue, un sangue che solo io lascio scorrere volentieri. Sono diverso anche in questo, e almeno questa cosa la posso ritenere positiva. Nessuna dimentica Josh, mai. Perché ognuna è stata unica almeno una volta per me.
Il che, oltre a portare gli inevitabili lati positivi travestiti talvolta da orgasmi violenti di una notte, talvolta da storie prettamente fisiche che non hanno nessuna prospettiva, mi fa anche riflettere su quanto io in realtà abbia da dare. E quante difficoltà trovi nel tentare di darlo normalmente.

Per fortuna ho la mia fida chitarra, il mio fido quaderno, e i mondi che creo di volta in volta. Mi chiedo quante altre ancora avranno voglia di immergersi.


Nota per me: Sarà per questo che anche Karen continua a non lasciarmi in pace? No, non soltanto questo. Lei si è spinta un tempo dove nessuna era mai riuscita ad arrivare. Ha avuto più pazienza di tutte, e devo dargliene atto. Lei non ha avuto paura di Josh, mai. E ne porto ancora le cicatrici.

sabato 25 aprile 2009

E' ora di crescere, Josh.

Quante volte mi sarò sentito dire questa frase?
Incastrato in un universo dove le persone trovano pian piano la loro strada, il loro posto, che sia un piacevole lavoro samedayeveryday, o un bel rapporto pre-matrimoniale, piuttosto che una celebrità momentanea in qualche buco in cui la gente t'applaude oggiemaipiù, mi chiedo quale sia il mio di posto.
In realtà non me lo chiedo per niente, è una domanda che si insinua nel mio cervello ogni volta che osservo -da bravo voyeur- le vite degli altri, che invece il loro posto l'hanno trovato, o stanno provando a raggiungerlo. Io un posto non ce l'ho.
Per come la vedo io è come se fossimo tutti a guardare un film ad un vecchio cinema: c'è chi si è prenotato la poltronissima al centro in mezzo alla sala, chi arriva e prende il suo posto un po' dove capita, chi è più fortunato e riesce a mettersi in una buona posizione (senza magari il capellone giusto giusto davanti a te), e chi -come me- arriva più tardi di tutti, è costretto a guardarsi il film in piedi e un po' se ne pente, ma un po' se ne compiace. In fondo se decidessi di andarmene non dovrei far alzare nessuno, non disturberei nessuno.
Sono nient'altro che un bambino a cui piace giocare, e non riesce a smettere di farlo. Vivo in un mondo che il più delle volte non esiste, e mi prendo da quello reale quello che mi fa divertire per qualche istante, capriccioso, mi annoio subito, e voglio altro divertimento. Ingordo, a mio modo.
Quello che proprio non riesco a capire è il perché non sono visto, il più delle volte, di buon occhio, da quelli che in giacca e cravatta alla mia età sono già belli che sistemati. E' il discorso delle nemesi. Se devi esistere tu con il tuo lavoro, il tuo rapporto amoroso, la tua cazzo di vita perfetta che funziona come un orologio svizzero, devo esserci anche io che faccio da polo (positivo)negativo.

Forse l'unica cosa che mi chiedo davvero è se sia il caso di smettere di giocare...


Ma il gioco è una cosa seria, e non tutti sono abbastanza seri per giocare.

Torno a creare i miei mondi, che è l'unica cosa che mi è sempre riuscita bene.

giovedì 23 aprile 2009

La Misantropia di Josh.

Non riesco più a divertirmi con le persone, se non per pochi istanti.

Dopo tutte le storie che ho vissuto, le situazioni assurde in cui mi sono trovato, momenti in cui la vita viaggiava talmente veloce che non riuscivo a cogliere che pochi dettagli, che più in là avrei ritrovato nascosti nei fondi dei cassetti, mi hanno reso come l'acciaio: lucente e freddo.

Nessuno che riesca a stimolarmi per più di mezzora, provo noia a sentire sempre le stesse storie, le stesse tragedie, gli stessi amori, le stesse battute, le stesse fottute questioni di vita. La mia misantropia si nutre di questa sensazione e tendo sempre di più a chiudermi in un mondo che mi sono costruito io, fatto di ragazze dalle mutandine sempre bagnate che non aspettano altro che me, che mi salutano guardandomi come se fossi un cazzo di manichino di cui si sono servite per una mezz'ora, per sfogare i loro pruriti.

Mi guardo intorno e vedo situazioni al limite del mieloso, bacini e nomignoli degni delle peggiori sitcom americane. Ma almeno nei Robinson Cliff aveva un certo grado di ironia e dignità quando scherzava con Claire. Mancanze di rispetto a parte, fondamentalmente la mia è tutta invidia.

Una vita passata a inseguire vagine dalle acconciature pubiche più disparate, a innamorarmi ora della glabra, ora della super-hairy che manco i film degli anni '70, rimanendo con nient'altro che qualche macchia sul letto e un lontano ricordo di cosa significa essere qualcosa per qualcuno. Non lo so se il problema sono io, non ho mai capito se il mio terribile carattere porta le persone a scappare da me, o semplicemente a rimanermi vicino il tempo giusto di godere delle quattro cose buone che ho in tasca, per poi andarsene spaventati di fronte a un burrone di incertezza e solitudine.

Ma che ci volete fare, questo è Josh, in attesa della futura ex-signora-Josh di turno, resto sempre qua seduto, con il mio tabacco da rollare e le mutandine di chissàchi conservate in un cassetto.

Prendere o lasciare.