giovedì 23 aprile 2009

La Misantropia di Josh.

Non riesco più a divertirmi con le persone, se non per pochi istanti.

Dopo tutte le storie che ho vissuto, le situazioni assurde in cui mi sono trovato, momenti in cui la vita viaggiava talmente veloce che non riuscivo a cogliere che pochi dettagli, che più in là avrei ritrovato nascosti nei fondi dei cassetti, mi hanno reso come l'acciaio: lucente e freddo.

Nessuno che riesca a stimolarmi per più di mezzora, provo noia a sentire sempre le stesse storie, le stesse tragedie, gli stessi amori, le stesse battute, le stesse fottute questioni di vita. La mia misantropia si nutre di questa sensazione e tendo sempre di più a chiudermi in un mondo che mi sono costruito io, fatto di ragazze dalle mutandine sempre bagnate che non aspettano altro che me, che mi salutano guardandomi come se fossi un cazzo di manichino di cui si sono servite per una mezz'ora, per sfogare i loro pruriti.

Mi guardo intorno e vedo situazioni al limite del mieloso, bacini e nomignoli degni delle peggiori sitcom americane. Ma almeno nei Robinson Cliff aveva un certo grado di ironia e dignità quando scherzava con Claire. Mancanze di rispetto a parte, fondamentalmente la mia è tutta invidia.

Una vita passata a inseguire vagine dalle acconciature pubiche più disparate, a innamorarmi ora della glabra, ora della super-hairy che manco i film degli anni '70, rimanendo con nient'altro che qualche macchia sul letto e un lontano ricordo di cosa significa essere qualcosa per qualcuno. Non lo so se il problema sono io, non ho mai capito se il mio terribile carattere porta le persone a scappare da me, o semplicemente a rimanermi vicino il tempo giusto di godere delle quattro cose buone che ho in tasca, per poi andarsene spaventati di fronte a un burrone di incertezza e solitudine.

Ma che ci volete fare, questo è Josh, in attesa della futura ex-signora-Josh di turno, resto sempre qua seduto, con il mio tabacco da rollare e le mutandine di chissàchi conservate in un cassetto.

Prendere o lasciare.

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