domenica 8 febbraio 2009

Rape me.

"Pronto?"

"Che fai?"

"Fairy sono le cinque del mattino, cosa vuoi che faccia?"

"Stavi bevendo, o suonando?"

"Tutt'e due. Cosa c'è?"

"Voglio scopare."

E chi sono io per dire di no? Tanto lo so che poi mi sentirò usato, tanto lo so che mi ha chiamato soltanto per distendere i nervi. So che dopo mi sentirò sporco e squallido. E mentre penso questo sono già in macchina che percorro il boulevard, costeggiando puttane e clochard che mi guardano dai marciapiedi; le prime ammiccanti, i secondi mi insultano. Sono un malato di sesso, non meno di quell'uomo d'affari che si carica due bionde. Penso che una delle due sia stata un uomo in qualche vita precedente.

Nel frattempo sono quasi arrivato da Fairy. Corro da lei, salgo, non mi saluta neanche che mi ficca la lingua in gola. Animalesca quando vuole. Mi da quasi fastidio. Mi bacia, e so che non la rivedrò per chissà quando, finché non avrà di nuovo certi pruriti. Sono sudato, fumo una sigaretta e penso al freddo che mi prenderò al ritorno. Mi abbraccia, io abbraccio lei.
Solitudini che cercano conforto l'una nell'altra, consapevoli di un insuccesso inevitabile.

Quanto riusciamo ad essere tristi noi essere umani. 

Sono le sei di mattina, ritorno a casa ascoltando i Nirvana a tutto volume, meno puttane e sempre gli stessi clochard, che ora dormono. Guardo il sole sorgere oltre l'oceano e mi chiedo ancora una volta perché l'ho fatto. Provate a svuotare un bicchiere vuoto. Provateci.

Avevo lasciato un sorso di whiskey, lo butto giù e mangio un wafer. Mi fumo l'ultima sigaretta e mi metto a dormire che puzzo ancora di sudore. Non è cambiato niente.

Josh.



2 commenti:

  1. mi piacerebbe essere come Fairy, Josh. però non ci riesco.

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  2. Il che non vuol dire che per forza di cose sia una cosa brutta.

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